\\ Premio Giornalismo Politico
Angelo Panebianco
Corriere della Sera

Angelo Panebianco nasce a Bologna nel giugno del 1948, è Professore emerito di Scienza politica dell’Università di Bologna, dove si è laureato in Scienze politiche nel 1971. La sua attività di docente ordinario dell’Ateneo emiliano comincia nel 1989. Da oltre trent’anni collabora inoltre con il Corriere della Sera come editorialista.
Nei suoi articoli ha posto particolare attenzione ai temi di politica internazionale e interna, cultura politica e scientifica, società, sistemi elettorali, Università e studi. In passato ha svolto attività di ricerca nelle Università di Harvard (1980), di California-Berkeley (1981) e alla London School of Economics and Political Science nel biennio (1989-90). Attualmente, presiede il Consiglio editoriale del Mulino, dopo esserne stato membro del Comitato di redazione della rivista Il Mulino e del Comitato di direzione successivamente. Tiene corsi di Teoria politica e di Relazioni internazionali presso la Facoltà di Filosofia dell’Università “Vita e Salute” San Raffaele e Iulm di Milano. È stato membro della Commissione per le Riforme Costituzionali della Presidenza del Consiglio dei ministri negli anni 2012 e 2013.
Nel corso della sua attività di ricerca si è occupato di un’ampia gamma di questioni rilevanti per lo studio della politica. La sua indagine ha riguardato problemi riconducibili ai campi disciplinari della scienza politica, della teoria politica, delle relazioni internazionali e della filosofia delle scienze sociali.
Ha collaborato e collabora con diverse riviste scientifiche. È autore, fra l’altro, di Modelli di partito pubblicato per Mulino nel 1982 e tradotto in sei lingue, in cui l’autore analizza il funzionamento di un partito politico partendo da come è organizzato. In Le relazioni internazionali (1992) si concentra sulla conoscenza della struttura della politica internazionale e delle sue caratteristiche fondamentali, con Guerrieri democratici (1997), approfondisce le differenze nei comportamenti internazionali degli Stati democratici rispetto a quelli autoritari. Il futuro stesso delle democrazie è legato a condizioni e vincoli che ne influenzano il loro ruolo internazionale.
In Il potere, lo stato, la libertà (2003), Panebianco esamina le ragioni delle promesse non mantenute della dottrina liberale, esplorando i meccanismi, le circostanze e le trappole politiche che contribuiscono a rendere così ampia la distanza fra libertà promessa e libertà realizzata. Con L’automa e lo spirito (2008), l’indagine riflette su due questioni controverse delle scienze sociali tra loro connesse. La scommessa sottostante è che una migliore conoscenza di questi processi possa accrescere la capacità della teoria sociale e politica di spiegare persistenze e mutamenti nelle società. In Persone e mondi (2018), l’autore cerca di spiegare l’influenza esercitata dalle persone comuni nei grandi eventi storici, politici, nazionali e internazionali. Ha recentemente curato il volume Democrazia e sicurezza (2021), qui l’oggetto dell’indagine riguarda la percezione della mancanza di sicurezza che non è più così evidente nelle democrazie di lungo corso, dove i conflitti bellici sono scomparsi da diverso tempo.
