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\\ Premio Giornalista e Scrittore
Federico Rampini
Editorialista Corriere della Sera

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Federico Rampini nasce a Genova nel 1956 e cresce a Bruxelles (Belgio), dove la famiglia si era trasferita sul finire degli anni Cinquanta. La sua formazione fin da subito si apre a nuove culture, i suoi compagni di classe provengono dagli altri Stati della nascente Comunità europea: tedeschi, olandesi, francesi.


Il rientro in Italia avviene con l’inizio degli studi universitari. Sono gli anni Settanta, una stagione politica molto tesa, nota alle cronache come “gli anni di piombo”, con vasti movimenti sociali e il terrorismo. Rampini si iscrive al PCI di Enrico Berlinguer, il leader indiscusso di un partito che si stava trasformando in una grande forza riformista, che prendeva le distanze dall’Unione sovietica e guidava quello che fu chiamato “l’eurocomunismo” con i suoi compagni spagnoli e francesi. Sarà proprio la stampa comunista (presto lasciata) a segnare il suo esordio nel mondo del giornalismo. Un mestiere che non ha mai abbandonato al quale ha aggiunto negli anni anche le carriere di scrittore, conferenziere e analista geopolitico.    


Dal 1986 al 1995 vive in Francia, dove lavora come corrispondente da Parigi per il quotidiano economico finanziario Il Sole 24 ore del quale ricopre anche il ruolo di vicedirettore. 
Successivamente passa a la Repubblica. Per il giornale fondato da Scalfari segue da vicino, tra il 1997 e il 2000, il diffondersi della moneta unica sul mercato europeo focalizzando l’attenzione sul ruolo della BCE. Nel 2000 si trasferisce negli Stati Uniti, come corrispondente dalla West Coast, e lì si trova ad approfondire temi legati all’economia globale, tra vecchi e nuovi mercati emergenti. Dal suo osservatorio di San Francisco (California) vive da testimone diretto la prima rivoluzione di Internet agli arbori del nuovo millennio. 
Dal 2004 al 2009 lascia gli Stati Uniti e vira verso Oriente; diventa corrispondente da Pechino e inviato speciale per l’Asia con viaggi in India, Giappone, Sudest Asiatico e Corea. 
A New York, dove vive stabilmente da quindici anni, è stato anche responsabile della redazione americana de la Repubblica e da giornalista accreditato presso la Casa Bianca ha raccontato le vicende delle amministrazioni Obama, Trump e Biden. Ha seguito da vicino i summit internazionali tra i grandi della Terra, assistendo ai lavori di G7, G20, NATO, ASEAN e APEC. Ha curato anche programmi televisivi di approfondimento per Rai e La7. 


Dal 2021 è editorialista del Corriere della sera.
Federico Rampini vanta una vasta pubblicazione, molti dei suoi testi sono stati tra i libri più letti in Italia e tradotti in diverse lingue. Tra gli ultimi lavori editi Mondadori rientra “La speranza africana” pubblicato nel 2023, un anno dopo “Suicidio occidentale” e due anni dopo “Fermare Pechino”. Nell’anno della pandemia scrive “Oriente e Occidente” per Einaudi. I libri più venduti nelle altre lingue sono “Il secolo cinese”, “L’impero di Cindia” e “L’ombra di Mao”.
Rampini si è distinto inoltre in ambito accademico, ha insegnato a Berkeley (California, Usa), alla Shangai University of Finance on Foreign Relations e alla SDA Bocconi School di Milano. 
Nella sua attività di analista geopolitico e public speaker in Italia e all’estero collabora con The European House-Ambrosetti. 
Si definisce “nomade globale”, nel suo continuo viaggio intorno al mondo cerca di osservare l’Occidente anche con gli occhi delle altre culture che ha conosciuto.

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