\\ Premio Reporter di guerra
Stefania Battistini
Inviata Tg1 - Rai

Stefania Battistini è nata a Parma nel 1977. Laureata con lode in Scienze della Comunicazione, è entrata in Rai nel 2004, occupandosi di cronaca prima alla TGR della Lombardia e poi al Tg1. Proprio per il Tg1 ha seguito, da inviata, i principali fatti di cronaca degli ultimi anni, come l’inchiesta sul crollo del Ponte Morandi a Genova e la pandemia di Covid-19, a partire dall’epicentro nella bergamasca fino ad arrivare alle politiche adottate dalla Svezia nella gestione dell’emergenza sanitaria.
Per Tv7, settimanale di approfondimento del Tg1, il suo interesse si è rivolto a tematiche sociali quali le morti sul lavoro “Sagome Nere”, l’epidemia di incendi di rifiuti nel Nord Italia “Il Nord brucia” e il terrorismo di matrice islamista. Per Rai 3 ha curato oltre cinquanta inchieste sui beni culturali e ambientali a rischio nel nostro Paese come “Taranto in fumo” e “Basilicata, oro nero” realizzate per la rubrica L’Inkiesta del programma Kilimangiaro.
Come docente ha tenuto corsi di comunicazione alle Università di Ferrara e di Camerino, alla IULM e allo IED di Milano.
Da sempre sensibile a temi riguardanti la parità di genere e fermamente convinta che la diffusione dell’informazione sia un potente strumento per contrastare la violenza contro le donne, ha realizzato per Rai Storia e Rai Cultura “Soffitto di cristallo” - un programma dedicato alle donne che possono essere da esempio per le nuove generazioni, come la baronessa Brenda Hale, ex giudice della Corte Suprema Britannica - e “Senza distinzione di genere”, sei interviste con Marta Cartabia, prima donna Presidente della Corte Costituzionale, sul ruolo che proprio la Consulta ha avuto nell’emancipazione femminile.
Stefania Battistini è tra i volti che nell’ultimo anno hanno raccontato quotidianamente i fatti dal fronte di guerra. La giornalista ha seguito l’aggressione russa nei confronti dell’Ucraina come inviato speciale del Tg1 a partire dal 13 febbraio, quasi due settimane prima dell’invasione del Paese da parte delle truppe di Putin, trascorrendo lì oltre 220 giorni e documentando tutte le fasi della guerra: l’attacco, i ritiri russi da Kyiv, Kharkiv, Kherson, le fosse comuni, i corpi dei civili mitragliati lungo le strade dei corridoi umanitari, concentrandosi soprattutto sull’impatto che l’attacco di Mosca aveva – e ha – sulla popolazione civile.
Per questo ha ricevuto, tra gli altri, il Premio Internazionale Flaiano per la Televisione, il Maria Grazia Cutuli, il Guidarello per il Giornalismo d’Autore e l’onorificenza dell’Ordine della Principessa Olga da parte della Presidenza della Repubblica d’Ucraina come inviata di guerra.
A un anno dal conflitto, ha pubblicato Una guerra ingiusta. Ritratti dell’Ucraina sotto le bombe per edizioni Piemme, un libro destinato ai ragazzi per raccontare la cronaca dell’assedio e le radici del conflitto.
Prima di allora, per Speciale Tg1, ha realizzato tra Armenia e Nagorno-Karabakh Armenia, Il filo della memoria, documentario che racconta il conflitto azero-armeno (Premio Marzani, Europa Mediterraneo); Sopravvissuti, reportage tra Siria e Iraq nelle terre liberate da Isis; Sotto assedio, reportage sulla guerra civile nel Kurdistan turco (Premio Articolo21 per la libertà di stampa con Ivan Compasso Grozny).
