Il conte di Montecristo, il fascino senza fine di un romanzo che continua a ispirare lettori e sceneggiatori. L’ultima trasposizione del capolavoro di Alexandre Dumas - per la regia del Premio Oscar Bille August - è andata in onda su Rai 1 dal 13 gennaio al 3 febbraio, catturando più di 5,9 milioni di spettatori con il 30,5% di share. Un successo che premia la coproduzione internazionale guidata da Palomara a Mediawan Company in collaborazione con DEMD Productions, Rai Fiction, France Télévisions, Mediawan Rights ed Entourage Media.
La storia del conte di Montecristo è quella di una vendetta che nasce da un’ingiustizia. Edmond Dantès è vittima di una congiura ordita da tre uomini per la quale verrà incarcerato nel castello d’If, da cui riuscirà a evadere solo dopo quindici anni di sofferenze. In cella, oltre alla disperazione, trova anche l’amicizia fraterna dell’abate Faria, il cui aiuto sarà prezioso per sopravvivere e avere i mezzi necessari per potersi vendicare una volta libero. L’abate infatti gli donerà una mappa con le indicazioni per cercare il tesoro del cardinale Spada, nascosto sull’isola di Montecristo, ed Edmond, una volta entrato in possesso dell’immensa ricchezza, abbandonerà il suo nome di battesimo e si presenterà a tutti come “il conte di Montecristo”.
Una vendetta lenta, spietata, pianificata, fatta di intrighi, ma che lascia un barlume di speranza sull’umanità e sulla potenza dell’amore per guarire le ferite. Il conte di Montecristo si insinuerà in modo subdolo nelle vite dei suoi nemici, senza che questi sospettino mai la sua vera identità. L’unica che avrà dei dubbi fin dal principio sarà Mercédès, il suo antico amore. Lo spettatore è sospeso in un continuo labirinto di segreti e tradimenti: vendetta, amore, perdono e giustizia sono i temi universali che si rincorrono in un climax costante.
Il tormento che anima le vicende del protagonista nasce da un interrogativo di fondo: l’uomo può farsi giustizia da solo o deve affidarsi alla Provvidenza? Dopo l’iniziale soccombere a un destino infausto, sarà l’orgoglio ferito a muovere la sua sete di vendetta; la pace e la rinascita però non scaturiranno dalle punizioni che riserverà ai suoi nemici, ma da colei che era stata la sua promessa sposa, Mercédès, con una conclusione che restituisce allo spettatore la fiducia nel potere salvifico dell’amore.
Una grande produzione internazionale con un cast d’eccellenza, una rappresentazione autentica dei paesaggi, dei costumi, delle scenografie e delle atmosfere dei primi anni dell’Ottocento, così come vengono descritti nel romanzo. Le riprese sono state effettuate in Italia (Roma, Milano, Torino), Francia (Parigi) e Malta. Il ruolo del protagonista Edmond Dantès è stato affidato all’attore britannico Sam Claflin, accompagnato da Jeremy Irons (Abate Faria), Mikkel Boe Følsgaard (Gérard Villefort), Ana Girardot (Mercédès Herrera), Blake Ritson (barone Danglars), Karla Simone-Spence (Haydée), Lino Guanciale (Luigi Vampa), Michele Riondino (Jacopo) e Gabriella Pession (Hermine Danglars). Sam Claflin, con uno stile elegante e dai contorni sfumati, è riuscito a mettere in scena le sofferenze di un uomo che da vittima diventa carnefice, per poi ritrovare la speranza di redenzione alla fine.
La versione televisiva ricalca quella del romanzo, ma, rispetto all’originale, nel finale è più comprensiva e indulgente verso il protagonista e la sua sete di giustizia.
