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\\ Premio per la carta stampata
Francesca Paci
Giornalista La Stampa

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Francesca Paci, giornalista e scrittrice, nasce nell’aprile del 1971 a Roma. La passione per la scrittura la indirizza verso gli studi umanistici, si laurea in lettere moderne. L’esordio nel mondo del giornalismo avviene grazie alle prime collaborazioni con la carta stampata. L’occasione di crescita le viene offerta dalla Gazzetta di Mantova; qui, nel quotidiano più antico d’Italia, si fa le ossa prima di passare nel 2000 al quotidiano torinese La Stampa. 

In Piemonte si occupa inizialmente di cronaca locale per poi passare al settore esteri, prima come corrispondente da Londra e da Gerusalemme e a seguire, per dieci anni, come inviata in Medioriente, dal Nord Africa all’Iran. Racconta la stagione delle primavere arabe, scoppiate alla fine del 2010 in Tunisia e poi diffuse in tutto il mondo arabo, che porterà alla caduta di diversi regimi totalitari. In Europa, dal 2004 al 2019, dopo una serie di attentati di matrice estremista e islamista, l’attenzione della cronista si concentra anche su questi eventi che mettono in pericolo il cuore dell’Europa. 

Attualmente è nel board che guida la redazione politica de La Stampa a Roma. Dal 2018 insegna tecniche del reportage e ricerca delle fonti presso la Scuola Superiore di Giornalismo dell’Università Luiss di Roma.

Ha all’attivo una serie di pubblicazioni frutto delle sue esperienze di cronista sul campo come: L’Islam sotto casa. L’integrazione silenziosa (Marsilio, 2004), Il sonno della ragione (Marsilio, 2004), Islam e violenza. Parlano i musulmani italiani (Laterza, 2006), Dove muoiono i cristiani. Dall’Egitto all’Indonesia, viaggio nei luoghi in cui il cristianesimo è una minoranza perseguitata (Mondadori, 2011), Se chiudo gli occhi muoio” (Editrice La Stampa, 2015), Un amore ad Auschwitz (Utet, 20016) tradotto in spagnolo e polacco, Intervista con la Rivoluzione Russa (Editrice La Stampa, 2017).

Nel 2005 ha vinto il premio giornalistico internazionale Marco Luchetta per un reportage in cui raccontava il ritorno a casa in una bara di una mamma rumena e della sua bambina, morte nel crollo della palazzina occupata in cui, vittime del miraggio europeo, vivevano a Torino. 
Le sono stati assegnati anche il Premiolino Giovani (2007), il Premio Colombe d’oro per la Pace (2011) e nel 2015 il Premio Internazionale Maria Grazia Cutuli. 
Nel 2008, in virtù del lavoro sull’immigrazione come terreno d’incontro e di scontro tra la politica interna e quella estera, ha ricevuto dal Quirinale l’onorificenza di Commendatore per l’impegno nella comprensione di “culture e tradizioni etnico-religiose diverse”. 

A dicembre 2022, da esperta di Islam e Medioriente, dopo aver seguito a distanza l’evolvere della rivolta in Iran attraverso le voci delle sue protagoniste, si è fatta promotrice con La Stampa di una petizione per la liberazione della mamma pallavolista condannata a morte Fahimeh Karimi che ha superato in pochi giorni quota 300 mila firme. Il 12 gennaio 2023 in compagnia del direttore Massimo Giannini le ha depositate, raccolte in dieci scatole, davanti al portone chiuso dell’ambasciata iraniana a Roma.  
 

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